Scultura in ceramica di un pappagallo

La scultura in ceramica rappresenta un pappagallo appoggiato su un ceppo di un albero adornato con ciliege e funghi.

La scultura in ceramica rappresenta un pappagallo appoggiato su un ceppo di un albero adornato con ciliege e funghi. E' una bella opera della Real Fabbrica di Napoli (ceramiche italiane). Si trova in buono stato di conservazione. La porcellana di Capodimonte deve il suo nome alla zona collinare di Capodimonte a Napoli dove, nella metà del Settecento, il re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte. Nel 1743 a Napoli, nei primi anni della nuova dinastia borbonica, il re Carlo e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia, fondano all'interno della famosa Reggia di Capodimonte, oggi Museo, la Real Fabbrica dando inizio a una tradizione che non è mai finita. La porcellana che si produce in questa zona ha delle caratteristiche peculiari che la distinguono dalla porcellana nord europea. In Italia meridionale, infatti, non c'è il caolino pertanto l'impasto si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del sud miste al feldspato. Ne deriva un impasto tenero dal colorato latteo, che renderà questa manifattura, unica nella storia della porcellana. Al suo rientro in Spagna, Carlo di Borbone porta con sé tutte le opere prodotte. Segue un periodo di stasi nella produzione di opere in porcellana ed è solo nel 1773 che Ferdinando IV, suo figlio, ormai adulto, fonda la Real Fabbrica Ferdinandea, che raccoglie in seno gli artisti italiani, in particolare toscani, e quelli tedeschi più esperti. Nel ventennio tra il 1780 ed il 1800 nasce una vera e propria Scuola d'Arte e vengono prodotti sontuosi servizi da tavola e prezioso vasellame che sono tutt'oggi conservati nel Museo di Capodimonte. Nel 1806 con l'avvento della dominazione francese la Real fabbrica è ceduta ad un gruppo di privati. Questi ultimi s'impegnano ad assumere tutti i lavoranti della fabbrica a patto che i re francesi acquistino parte della gran produzione. La promessa non è mantenuta e Gioacchino Murat, troppo impegnato a sovvenzionare le campagna belliche di Napoleone, non alimenta la produzione di porcellane per la casa sovrana. Ciò nonostante gli artisti napoletani tennero viva la tradizione inventando nuovi stili e rappresentando scene di napoletanità apprezzate dalla borghesia cittadina e dai turisti. Con l'Unità d'Italia e la fine della monarchia segue un periodo di decadenza artistica. La produzione di sontuosi servizi da tavola è sostituita da uno stile floreale puramente decorativo che costituisce ancora oggi il fulcro della produzione ceramica napoletana che è denominata in tutto il mondo "Capodimonte". Dalla metà dell'Ottocento nascono le prime fabbriche artigianali a carattere familiare (Majello, Mollica, Cacciapuoti, Visconti), di cui alcune ancora oggi s'impegnano a tener viva la tradizione. La porcellana prodotta dal 1743 al 1759 nella Real Fabbrica della Porcellana nel Parco di Capodimonte era marchiata col Giglio Borbonico decorato in colore azzurro sottovernice o incusso. Tale marchio non fu adottato per la produzione di Ferdinando IV di Borbone, dal 1771 al 1835, nella sua fabbrica di Portici né in seguito. Infatti, la produzione ferdinandea, distinta nel tempo e nel luogo di origine da quella di Capodimonte, fu contraddistinta fino al 1787 dalla marca FRM sormontata da una corona, poi da una N incoronata, marchio ceduto, forse, ai vari produttori. Del marchio di Capodimonte si trova traccia ufficialmente solo nel 1961, quando il Presidente della Repubblica, nel d.p.r 1910, al 2° comma del 2° art., autorizza lIstituto G. Caselli a depositare nei modi di legge e ad usare per i suoi prodotti un marchio di fabbrica che, richiamando quello delle antiche fabbriche di Capodimonte, sottolinei la continuità storica della tradizione. Il 20 marzo del 1987 lIstituto G. Caselli ha provveduto al brevetto del Giglio Borbonico, e della dicitura Giovanni Caselli Capodimonte da usare anche disgiuntamente. (da https://it.wikipedia.org/wiki/Porcellana_di_Capodimonte) Bibliografia: AA.VV., Museo Nazionale di Capodimonte - Ceramiche: porcellane, biscuit, terraglie, maioliche, a cura di Linda Martino, Napoli, Electa, 2006, ISBN 88-510-0297-5. Valentina Lenzi e Vincenzo De Bernardo, Ceramiche e porcellane di Capodimonte - La storia e il presente, Savigliano (Cuneo), Gribaudo, 2003, ISBN 88-8058-496-0. AA.VV., Porcellane di Capodimonte: la real fabbrica di Carlo di Borbone 1743-1759, Napoli, Electa, 1993, ISBN 88-435-4646-5. Nicola Spinosa, Le porcellane di Capodimonte, Milano, Rusconi Libri, 1983.

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Scheda dati

Origine
Napoli, Italia, Real Fabbrica Ferdinandea
Periodo
XIX secolo
Data
1850 -1860
Provenienza
Collezione privata Dott. Nando Azzolini, perito del Tribunale di Milano
Larghezza (cm)
16
Altezza (cm)
36
Profondità (cm)
23
Peso (kg)
2
Imballaggio
è da imballare intero

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