la Sedia
"Un uomo, se possiede la vera sapienza, sa godere dell’intero spettacolo del mondo da una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, solo con l’uso dei sensi e con l’anima che non sappia essere triste."
Fernando Pessoa da Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)
Una tavola di legno lunga e stretta che si appoggia su due assi verticali: ecco l’antenata della sedia, la panca. Anche se la sua origine si perde nella notte dei tempi, ancora oggi si costruisce la panca (o banco), sia pure non di così rozza e primitiva struttura.
La panca originariamente si diffonde in tutta l’Europa e l’Asia, prima della sedia: accoglieva più persone, costringeva però a sedere in posizione eretta e scomoda.
Nel Rinascimento toscano la “Panca a dossale” poggia su piedi a mensola scanalati ed ha la spalliera a giorno costruita da una serie di eleganti colonnine ioniche oppure da balaustri torniti.
Negli esemplari francesi prende il nome di “Banc” ed è un mobile rustico assai massiccio che si collocava di fronte al camino da dove non veniva mai spostato nemmeno per i pasti: ad esso si avvicinava il tavolo da pranzo. La sedia destinata ad ospitare una sola persona è usata all'inizio soltanto per i sacerdoti e i principi: era, infatti, una prerogativa aristocratica differenziarsi dalla massa e sedere a parte, come su un trono.
Uno dei primi sedili per una sola persona è il faldistorio e lo si può trovare in uso già nel 1100. Derivato dalla “Sella di Plicatilis” longobarda e romana è eseguito in ferro e poggia su due coppie di supporti mobili incrociati, uniti nell'estremità superiore da una o più strisce in pelle che sorreggono l'imbottitura.
I Faldistori in legno intagliato e scolpito, molto rari, presentano una leggera inflessione a forma di “S” dalla doppia forbice (Molto famoso è quello conservato ancora oggi nel convento di Nonnberg presso Salisburgo, è decorato con applicazioni in avorio scolpito).
La “cattedra” e lo “scanno”, elementi tipici degli arredi ecclesiastici non hanno niente a che vedere con la sedia propriamente detta, che compare in Europa agli inizi del Quattrocento. Le prime sedie a stecche o a forbice sono nate probabilmente dalla fusione della sella curulis Romana con la sedia da campo di origine Araba.
Un compromesso fra due tipi di civiltà, all'insegna dall'autorità di un capo.
Sono costruite con una serie di listelli a forbice montate su perni; la spalliera è formata da una tavoletta orizzontale dal contorno sagomato, dove vanno ad infilarsi le stecche.
In Toscana, questi esemplari, che si conservano con alcune varianti per tutto il 1500, sono chiamati con termine popolare a “iccasse” cioè a “X”.
Nelle stanza di Savonarola nel convento fiorentino di San Marco si può ancora ammirare la sedia nella quale era solito sedere il frate: si tratta, appunto, dell'originale "Savonarola" che discende dalla “sella Curulis”, di cui ripete la tipica struttura a “X”.
La Savonarola ha un certo numero di stecche di legno, da 8 a 12, incurvate a serpentina e incrociate a forbice che s'innestano in basso in un piede a corrente e in alto in 2 braccioli diritti.
Il dorsale è formato da una tavoletta sagomata infissa all'estremità dei braccioli e decorata da semplici intagli.
(da Wikipedia)